Il Futuro delle Recensioni Fake: L’Invasione dei Video con Intelligenza Artificiale di Alessandro Mongiello,Ricordo benissimo i primi tempi in cui le recensioni online sembravano una rivoluzione. Finalmente chiunque poteva dire la sua. Bastava una foto del piatto, qualche parola onesta e avevi un’idea di cosa aspettarti prima ancora di uscire di casa. Era un modo per sentirsi meno soli quando si viaggiava, per fidarsi di qualcuno che c’era già stato. Io stesso le leggevo tutte prima di prenotare un hotel o scegliere dove mangiare.2025-06-17 22:17:39 Visualizzazioni: 122
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Poi, a un certo punto, tutto ha cominciato a cambiare. All’inizio erano solo recensioni testuali un po’ esagerate, ma il vero colpo l’ho sentito quando ho visto i primi video creati con intelligenza artificiale. Volti perfetti, sguardi sinceri, voci calde che ti raccontavano di esperienze che sembravano troppo belle per essere vere. E infatti non lo erano. La prima volta che ho scoperto che un video emozionante su un ristorante non era stato fatto da un cliente vero… mi si è gelato il sangue. Perché era talmente ben fatto che ci avevo creduto anch’io. Il giorno in cui ho smesso di credere a ciò che vedevoUn giorno ho provato a prenotare un hotel che sembrava eccezionale. Non solo per le recensioni scritte, ma per quei video. C’erano almeno sei clip diverse di clienti che parlavano del panorama, della gentilezza del personale, delle colazioni "fatte in casa". C’era una donna con un sorriso dolcissimo che diceva di essersi sentita come a casa. C’era anche un signore distinto, che parlava del silenzio e della pace. Quando sono arrivato lì, ho capito che qualcosa non tornava. La hall era vuota. Nessuna accoglienza. La camera era sporca, le pareti scrostate. La colazione? Una brioche vecchia e un caffè automatico. Nessun sorriso, nessun panorama, solo traffico fuori e materassi sfondati. Quella sera ho cercato di nuovo quei video. Ho guardato meglio i movimenti, le espressioni. Erano finti. Erano generati. Nessuno aveva mai parlato davvero di quel posto. Quelle “persone” non erano mai state lì. E lì ho capito che qualcosa era cambiato per sempre. Che non potevo più fidarmi nemmeno di una faccia. Nel futuro, ci vorrà più istinto che algoritmoOggi lo dico con fermezza: siamo entrati in una fase in cui la reputazione si può costruire anche senza verità. Bastano pochi strumenti, e puoi far dire a una voce sintetica che il tuo locale è una meraviglia. Puoi scegliere se farla sorridere, piangere, emozionare. È tutto programmabile. E io l’ho visto fare, da vicino. Non è fantascienza. È già realtà. Ho visto piccoli imprenditori disperati perché sommersi da recensioni negative fatte da concorrenti… e altri che hanno costruito da zero una reputazione falsa, fatta di volti finti, sorrisi artificiali e storie inventate. In questo mondo nuovo, io ho imparato a fidarmi del mio istinto. A leggere tra le righe. A guardare i dettagli fuori dall’inquadratura. Perché le recensioni fake, soprattutto in video, saranno sempre più difficili da smascherare. Ma una cosa non la puoi replicare: l’umanità vera. Nel futuro, vincerà chi saprà ancora raccontare storie vere. Chi sceglierà la verità, anche se fa meno rumore. Io ho scelto da che parte stare. Quando la finzione supera la realtàLa cosa che mi ha colpito di più, negli ultimi anni, è che anche la qualità della recitazione delle recensioni video finte è migliorata. Non parlo solo del volto o della voce, ma del modo in cui parlano. L’intelligenza artificiale ha imparato ad aggiungere le pause giuste, le incertezze, quel “mmm” tra una frase e l’altra, proprio come fanno le persone vere. E allora diventa quasi impossibile capire chi è reale e chi è sintetico. Se non lo sapessi, direi che è semplicemente una persona timida davanti alla telecamera. E così, ti trovi davanti a decine di “clienti soddisfatti” che parlano del tuo hotel preferito o del bar sotto casa con una tale precisione, una tale emotività... e poi ti accorgi che nessuno di loro esiste. Li ho visti usare anche per attaccare: finti clienti che raccontano di intossicazioni alimentari mai avvenute, di esperienze negative montate ad arte per distruggere la reputazione di un’attività. Ed è lì che ho capito che il problema non è solo estetico, ma etico. Profondamente etico. Mi sono chiesto: e se domani toccasse a me?Mi è capitato più di una volta di svegliarmi con l’ansia che qualcuno, da qualche parte, stesse generando un video contro di me o contro uno dei miei progetti. Perché oggi non serve più una telecamera, non serve più nemmeno conoscere chi sei: bastano tre righe scritte male, un video deepfake e una piattaforma dove pubblicarlo. E in pochi minuti, tutto quello che hai costruito può essere messo in discussione. Ho visto colleghi costretti a chiudere attività solo perché una recensione video fake è diventata virale. Gente che ha perso tutto per una voce generata e un volto inventato. Nessuno si prende la briga di verificare. La velocità ha ucciso la verifica. Siamo così abituati a scorrere, a cliccare, a fidarci del “tono della voce” che ci dimentichiamo che dietro potrebbe non esserci nessuno. E allora mi sono chiesto: e se domani toccasse a me? alessandro mongiello Se un giorno qualcuno decidesse di costruire una campagna contro di me, fatta solo di finzione digitale, sarei in grado di difendermi? La verità, purtroppo, non è virale come la menzogna. Ho deciso di creare un argine, prima che sia troppo tardiNon sono un moralista. So che il mondo va avanti, che la tecnologia evolve. Non sono contrario all’intelligenza artificiale: la uso anche io, la studio, ci lavoro. Ma come tutte le cose potenti, va controllata. Non può essere lasciata libera in mano a chiunque. Così ho iniziato a lavorare con alcuni professionisti sulla creazione di sistemi di verifica che possano distinguere un volto reale da uno generato. Non sarà facile, ma serve. Non mi interessa censurare. Mi interessa proteggere le persone che lavorano onestamente, che servono davvero un buon piatto, che accolgono clienti con il cuore, che si alzano la mattina per migliorare la loro attività. Loro non meritano di essere spazzati via da un algoritmo che in 30 secondi inventa una recensione falsa con voce calda e occhi finti. Sogno un futuro in cui le recensioni tornino a essere quello che erano: opinioni, emozioni, esperienze vissute. Non contenuti prodotti in serie. Voglio che un giovane che apre un piccolo ristorante abbia le stesse chance di chi ha budget per comprarsi 100 recensioni AI al mese. alessandro mongiello Voglio che la verità abbia un valore, anche quando fa meno rumore. |